Collezione

La collezione delle opere della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon racchiude in sé una serie di peculiarità storiche e culturali che la rendono un unicum per formazione e contenuti. Si tratta di un insieme di documenti, piccoli e grandi capolavori della Storia dell’Arte, poco noti al grande pubblico; ma, al contempo, singolari per valore intrinseco e per il supporto che possono fornire alla conoscenza delle vicende storico-artistiche romane e nazionali in un arco di tempo assai esteso.

Ad oggi le opere sono distribuite su due sedi. La parte centrale e più ampia, comprendente dipinti e sculture dal XVI al XX secolo, disegni del XIX-XX secolo e oggetti d’arredamento, si conserva al Pantheon. Le donazioni più recenti, invece, sono conservate in via della Conciliazione, dove si trovano anche la biblioteca e l’archivio.

 

Il dono come motore della collezione

L’originalità della raccolta deriva dalla sua costituzione, motivata da idealità spirituali a partire dal 1543. La sua nascita e il suo sviluppo si devono, invece, alla generosità degli artisti della Congregazione di San Giuseppe (precedente denominazione dell’Accademia), che nel corso dei secoli hanno donato le loro opere all’Istituzione.

 

I soggetti

La libertà di ciascun membro della Congregazione di regalare o realizzare opere per l’Accademia, senza alcuna commissione stabilita o decisione gerarchica, comporta un assortimento di lavori artistici piuttosto eterogeneo e composito. In particolare, la gamma dei soggetti realizzati tra l’Otto e il Novecento riguarda soprattutto ritratti, o si ispira alla mitologia classica, alla storia della Chiesta cattolica e alle Sacre Scritture. Il tema giuseppino, nello specifico, rappresenta un argomento fortemente sentito da numerosi artisti. Tra di essi vale la pena menzionare il dipinto di Giovanni Baglione, Natività di Gesù con San Giuseppe, l’opera di Giacinto Brandi, Il Sogno di San Giuseppe, e un San Giuseppe con Gesù adolescente di Domenico Ambrosini. Ad essi si aggiungono anche alcune vedute, come la Vallata Messicana di Carlo De Paris, allievo di Luigi Agricola e Gaspare Landi; o la Veduta del Tevere di Pio Grande.

Il nucleo più consistente della raccolta, anche sul piano qualitativo, concerne il gruppo di ritratti e autoritratti del XIX – XX secolo. Si tratta sia di dipinti sia di busti di marmo e gesso, che spesso ritraggono l’aspetto degli stessi artisti o di personaggi rilevanti del tempo. Tra di essi si nota l’opera dello scultore Oskar Sosnowski, al quale si deve il disco di pietra con lo stemma e i simboli artistici dei Virtuosi, collocato sul portone d’ingresso sotto il porticato del Pantheon che conduce fino all’attico.

 

I concorsi

A partire dagli anni Trenta del XIX secolo si segnalano alcune importanti novità. Con l’inizio dell’attività formativa dei giovani artisti, attraverso i concorsi, si registra un consistente incremento non solo di opere in collezione ma anche di progetti, disegni, elaborati presentati durante le competizioni accademiche. Lo sviluppo di contenuti e delle attività si rivelano determinati per elevare la Congregazione di San Giuseppe al rango di Accademia (1928).