Ricordando Tito Amodei

L’artista e Padre Passionista, si è spento serenamente a Roma il 31 gennaio 2018, all’età di 91 anni

Del suo impetuoso fare, nel ricordo che ho di lui, non vi è spazio per il rumore che tanta energia avrebbe dovuto generare; è un ricordo fatto di sola visione. Sotto i vibranti colpi d’ascia, schegge di legno liberano il tronco dal superfluo, generando piani di vivida luce. Legno che odora di selva, forme che si affacciano al mondo, a volte dure e respingenti, dove rami ritti come stecche di biliardo incoronano un cubo d’aria, altre più appaganti, le grandi mele, i pesci colti nel loro guizzo, che sembrano trovarsi a loro agio anche fuor d’acqua, e quei soli dai raggi buoni. E ancora, il grande nudo, frontale e in contro luce San Giorgio e il drago, reso inoffensivo dalla lama che lo divide come foglia di palma;  carte stese all’aria e il torchio sapientemente manovrato da Francesco China, che assisteva Tito nelle tirature xilografiche. Sculture, quadri, libri ovunque, una densa espressione di armonia, di insieme pulsante,  questo era il clima nello studio di Tito, che nel 1974 mi ospitò generosamente per un intero anno, allor ché finito il servizio militare mi trovai senza un luogo dove poter lavorare, lui fu pronto ad accogliermi, ad ascoltarmi, a porgermi, con la sensibile umiltà che lo ha sempre distinto, tutto il suo sapere, con una capacità di ascolto rara, e un farti sentire sempre a tuo agio, quasi invertendo le parti, chiedendomi spesso il parere su  ciò che faceva e se l’osservazione era efficace la metteva in atto. Si parlava tanto di pittura, d’arte in generale, delle opere viste, comparando tra loro artisti e linguaggi. Giornate e giornate a lavorare con l’intensità martellante di chi è ossessionato dal gesto, dal colore, dall’odore della pittura, divorati da certezze e dubbi. Ma la cosa più appagante, era la fiducia che riponeva in te. In quell’anno Primo Conti (di cui Tito era stato allievo a Firenze) si affidò a lui per curare l’allestimento di una  importante antologica tenutasi presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, e Tito mi volle al suo fianco presentandomi come giovane artista di talento, disposto a collaborare a quell’impresa; partecipai  in modo critico alla disposizione delle opere. Grande soddisfazione. L’anno successivo sempre in quel Palazzo, venni invitato alla X Quadriennale d’Arte, con tre opere realizzate proprio nel suo studio.

Sandro Sanna

 

Per una conoscenza esaustiva dell’artista consultare il sito web www.titoamodei.org