L’aria Che C’è Tra Le Cose.
Arte Contemporanea Sopra La Volta Del Pantheon

La prima esposizione all’interno di una delle sedi storiche dell’Accademia dei Virtuosi: alcune note a margine e come visitare la mostra

Sabato 7 ottobre l’Accademia dei Virtuosi ha inaugurato la sua prima mostra all’interno dell’attico del Pantheon intitolata: L’Aria che c’è tra le cose. Arte contemporanea sopra la volta del Pantheon.

È stata l’occasione per presentare, nell’ambito della collezione storica, quindici nuove donazioni ricevute da parte di alcuni degli artisti che rientrano nelle classi accademiche dei pittori e scultori. In dialogo con il patrimonio già documentato dell’Accademia di circa 270 opere sono stati inseriti i lavori di: Elisabetta Benassi; Pedro Cano; Angelo Casciello; Giuseppe Ducrot; Sidival Fila; Bruno Liberatore; Enzo Orti; Luca Pace; Mimmo Paladino; Giuseppe Penone; Oliviero Rainaldi; Ugo Riva; Lucia Romualdi; Sandro Sanna; Marco Tirelli.

Al di là delle differenze cronologiche e anagrafiche, tutte le opere all’interno dell’attico, sia relative alla raccolta storica sia ai nuovi lasciti, non sono state riallestite in opposizione ma cercando di costruire possibili narrazioni sul piano formale, tematico, tecnico o ideale. In questo gioco di orditi e riverberi tra strutture segniche esistenti e innesti di opere contemporanee, l’idea è stata di seguire un cammino antropologico che potesse favorire le sensibilità percettive di ciascuno di noi e rintracciare eventuali valori condivisi tra “le cose”, senza interruzioni visive, gerarchie o temporali. L’invito al visitatore non è stato di soffermarsi pedissequamente sui singoli lavori, ma di muoversi attorno ai riflessi, alle trasparenze, alle palpitazioni colorate che si creano tra di essi; nonché tra l’agire umano e la materia.

La collezione storica e i nuovi lasciti sono il risultato della generosità degli accademici e del segno che ciascuno di essi, a prescindere dall’epoca di appartenenza, ha scelto di consegnare per testimoniare il proprio passaggio.

Nel corso del riallestimento, dunque, le scelte curatoriali hanno dovuto tenere in considerazione alcuni aspetti fondamentali: le volontà degli accademici di rappresentarsi, la stratificazione degli oggetti attraverso i secoli e il luogo di accoglienza.

La raccolta non risponde a criteri classificatori o museografici, essendo espressione di una varietà di soggetti e stili; piuttosto evoca forme ancestrali di collezionismo, inteso come fenomeno antropologico e religioso: finalizzato a preservare le tracce dei propri antenati e ad “accumulare” quale principio di autoaffermazione.

In un luogo così fortemente caratterizzato, carico di fascino ma anche di limitazioni, in cui fino a oggi il concetto di accumulo è stato l’unico criterio seguito, il riallestimento è stato attuato dov’è stato possibile senza comportare eccessivi stravolgimenti o snaturamenti. In altre parole, per una sorta di rigore filologico e per non spezzare l’effetto della meraviglia, il principio dell’accatastamento è stato per lo più mantenuto, anche per lasciare le formule del visuale libere da ordini e gradi quanto da cronologie. In altri casi, invece, ci siamo trovati a operare sugli spazi residuali, che fortuitamente erano stati lasciati vuoti.

Ad ogni modo, la movimentazione non ha puntato sulla messa in luce dell’uno o dell’altro, ma ha cercato di valorizzare parimenti le componenti interessate. Le nuove immissioni contemporanee hanno contribuito, a nostro modo di vedere, a far riemerge e/o a ritrovare una collocazione più degna a opere già in sede, lasciate in disparte nel corso degli anni, nonostante la evidente qualità.

Il rapporto con spazio è stato un metro di confronto non di poco conto, sia dal punto architettonico sia in quanto saturo di segni. Abbiamo dovuto alternare i ritmi e reinterpretare i ritmi del luogo e dei segni già preesistenti. Abbiamo cercato di dare una nuova vita a un ambiente che, così connotato, si presta fortemente al concetto di memoria. Pur rispettandone l’essenza, l’obiettivo è stato di sottrarlo al vincolo di un passato immobile e di restituire a quel luogo la partecipazione al tempo presente che l’Accademia ha avuto in ogni epoca e che, ancora, oggi, è in grado di raccontare.

INFO
La collezione e la mostra sono aperti su appuntamento per gruppi già organizzati che vanno dalle 10 alle 15 persone, dietro contributo, in orario e giorno da concordare scrivendo a segreteria@accademiavirtuosi.it

 

L’evento di apertura straordinaria è avvenuto in occasione della diciannovesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI ed è stato organizzato con il contributo della Direzione Generale Eduzione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura.

Ha visto la partecipazione di tantissime persone che hanno scelto di trascorrere il loro tempo libero visitando la nostra mostra e che ringraziamo fortemente. Ringraziamo anche tutti coloro che avrebbero voluto partecipare e che, per motivi logistici e per la capienza contingentata dello spazio, abbiamo dovuto rimandare.

Si ringrazia la Direzione, lo Staff e il Rettore del Pantheon per la collaborazione nella realizzazione dell’evento.