Mimmo Paladino: la materia dell’arte

Nato a Paduli, è un pittore, scultore e incisore, attivo anche come regista e scenografo. Le sue opere arricchiscono le principali collezioni pubbliche e private del mondo, fra cui il Museum of Modern Art e il Guggenheim Museum di New York

In breve

Abbiamo trascorso un intenso pomeriggio con l’artista Mimmo Paladino nella sua casa/studio di Roma, per approfondire il suo rapporto con la materia, la tradizione dell’arte e le nuove tecnologie. Paladino nasce pittore e, solo in un secondo momento, si avvicina alla scultura. Come racconta l’artista, la materia esiste già nei suoi primi quadri, si protende fuori dalla tela, si rende plastica. Nella sua produzione, dunque, non c’è una differenza metodologica netta tra un quadro e una scultura.

Affrontando il discorso sulla Transavanguardia, di cui Paladino è considerato uno dei suoi maggiori interpreti, egli ci ricorda che gli artisti inseriti sotto quella etichetta non si sono mai riconosciuti in un manifesto o in un luogo fisico specifico. Al di là delle teorizzazioni critico poetiche, della volontà di utilizzare strumenti “desueti”, la loro identità è sempre stata nomade e una naturale evoluzione di quel momento eroico che fu l’arte povera.

Infine, discutendo di nuove tecnologie, Mimmo Paladino mette in guardia dall’uso improprio del click sul mouse. La scultura, così come l’architettura, vanno prima pensate con la punta della matita e poi, eventualmente, sviluppate attraverso dispositivi computerizzati. È pur vero che la tecnologia offre possibilità infinite alla mente, ma è solo con la maestria che si controlla il segno.