In ricordo
di Jordi Bonet i Armengol

 

È scomparso nella notte del 20 giugno scorso l’architetto Jordi Bonet i Armengol e accademico virtuoso ad honorem, artefice dal 1985 di uno scatto gestionale e costruttivo precedentemente impensabile nella costruzione della Sagrada Familia. Primo a non essere diretto discepolo di Gaudì, egli accettò l’incarico all’età di sessant’anni e vi si dedicò senza riserve divenendo il referente indiscusso per la comprensione del progetto del grande catalano con il quale condivise anche l’intensa religiosità.

La sua attività professionale era stata precedentemente ampia e varia. Nato nel 1925, figlio di Lluis Bonet i Garí in stretto rapporto con Gaudì, si era laureato architetto nel 1949 e medico nel 1965. É stato tra i fondatori dell’associazione La Cantonada, attiva dal 1960 al 1975 a favore della diffusione delle arti, restando libera dai vincoli del franchismo. Ha realizzato edifici per cooperative operaie, scuole, chiese, residenze per anziani, teatri, case unifamiliari e piani urbanistici. Direttore Generale dei Beni Artistici della Generalitat catalana tra 1981 e 1984, è stato nominato, nel 1998, presidente dell'Accademia di Belle Arti di Sant Jordi. Ha ricevuto i premi: Ciutat de Barcelona, per il restauro dell'edificio della Fundació Enciclopèdia Catalana; Domènech i Montaner dell'Institut d’Estudis Catalans, per il suo libro El últim Gaudí (1999); Cruz de Sant Jordi della Generalitat de Catalunya. Membro del Consiglio dei Musei della Catalogna, patrono in più fondazioni, questo è il suo profilo steso qualche anno fa da Giralt-Miracle nell’Accademia di Sant Jordi: “Una grande capacità di lavoro, il desiderio di essere utile alla società e al proprio paese lo hanno portato ad affrontare un compito all’apparenza inarrivabile da parte di un solo uomo. E possiamo parlare di Bonet scout, di Bonet studioso e conservatore del nostro patrimonio architettonico, di Bonet promotore delle arti e degli artisti, difensore della lingua e della cultura catalane e, indiscutibilmente, della causa Gaudì sempre e in tutte le circostanze. Una tenacia mai declinante gli ha consentito di comprenderne quanto a pochissime persone sembrava possibile, vale a dire di trovare le formule per la continuazione della Sagrada Familia, di decifrare il codice geometrico e stilistico che il grande architetto aveva formulato ma che ancora attendeva un interprete”.

Nel 2012, allo scadere del suo mandato, lasciò al successore nella direzione dei lavori alla Sagrada Familia, l’architetto Jordi Faulí, un cantiere tecnicamente molto aggiornato, popolato da molti operai e tecnici con varie competenze, oltretutto aperto sempre alle visite di esterni divenute più fitte nel tempo e comprendenti anche personalità quali capi di stato, scienziati, esperti d’arte e d’architettura.